28 Luglio 2014
Mani alzate a triangolo a formare una vagina: così, negli anni Settanta, “il gesto della vagina” fa la sua comparsa nelle piazze, accanto agli striscioni, alle battaglie per l’aborto libero, agli zoccoli, ai sit in e ai gruppi di autocoscienza. Ora, il bel libro Il gesto femminista, curato da Ilaria Bussoni e Raffaella Perna, ne ripercorre la storia intrecciando immagini d’archivio e contributi critici di sociologhe, filosofe, storiche dell’arte, fotografe e registe. Il triangolo vuoto non rappresenta solo una riappropriazione di sé, ma un’idea stratificata del corpo e dell’esistenza femminile: il corpo si materializza in assenza, in quel vuoto dello spazio circostante che si carica di significati profondi. Come scrive Silvia Bordini: “il gesto della vagina indicava una soglia, un limite tra il dentro e il fuori, non solo l’interno e l’esterno dell’organo femminile, ma anche la soglia da varcare per affermare la volontà di un cambio di mentalità tra il maschile e il femminile”. In questo spazio che le donne ritagliano sopra di sé, si crea un universo di senso tutto nuovo che le testimonianze fotografiche restituiscono in un gioco di sguardi profondi, capaci di restituire la visione di una nuova collettività e di incidere sull’immaginario collettivo. Pubblicato da DeriveApprodi.