28 Ottobre 2015
Milano è una tavola cosparsa di oggetti, persone, strade, abitazioni e insegne; e poi palazzi e grattacieli e ancora le tipiche case di ringhiera e i monumenti nascosti, l’Ottocento e le stratificazioni di una città europea catapultata in Italia. Milano 2015 di Carlo Orsi si pone come manifesto fotografico e antropologico esaustivo della natura del capoluogo lombardo. Il volume si rifà esplicitamente – come indicato in nota dall’editore – all’omonimo e mitico libro del 1965, nel quale le foto di Orsi, anche allora impaginate da Giancarlo Iliprandi, erano accompagnate dai testi di Dino Buzzati. A illustrare la Milano di oggi sono invece le didascalie in versi di Aldo Nove, che però anticipano gli scatti invece che seguirli: un movimento che intreccia e genera un incontro non casuale, ma di continuo rilancio. A illuminare l’esattezza di questi testi è il bianco e nero assoluto delle immagini. Fotografie come elenchi delle abitudini legate agli orari (il giorno e la notte in equilibrata alternanza) e degli oggetti di cui è piena la razionalità milanese. Un percorso in cui ogni elemento diviene parte essenziale di un viaggio quasi tutto novecentesco, fatto di arte, architettura e design, che ritorna poi nella quotidianità, anche in quella più spiccia, tra visioni internazionali e tradizioni radicate. Risulta in tal senso efficacissima l’impaginazione, che costruisce l’armonia proprio attraverso il contrasto, contrapponendo realtà apparentemente lontane: Gualtiero Marchesi e la sua Accademia e i ragazzini del minirugby, un laboratorio di fiori di latta e l’Antica Barbieria Colla. Altri scatti risultano tanto evocativi quanto emblematici, come Dario Fo seduto sotto un albero in un parco, o una casa dallo stile quasi tirolese chiusa in un cortile di ringhiera. Milano stratifica, sovrappone e alle volte schiaccia, ma non dimentica, e accumula con disordinato rigore: qui il cuore, lo stomaco e la testa stanno sullo stesso piano. I versi di Aldo Nove si muovono come onde, delineando il movimento continuo, urbano e sociale, della città, la cui bellezza è anche “lo spazio dello sguardo di una casalinga frettolosa”. Il libro è un ritratto puntuale non solo della metropoli lombarda, ma anche di chiunque l’abbia attraversata. Pubblicato da Skira.