23 Ottobre 2018
Velocità, sicurezza, eleganza. Il nuovo Southern Wind 105, Kiboko III, è un mix riuscito di queste tre caratteristiche. Realizzato per un armatore “fedelissimo” – questa è la sua terza barca commissionata al mitico cantiere di Città del Capo, fondato dal compianto Willy Persico – è stato progettato da Farr Yacht Design per quanto riguarda l’architettura navale e in collaborazione con Nauta Yachts Design: lo studio milanese si è occupato di coperta e layout interno. Lungo 32,27 metri e largo 7,31, Kiboko (che in swahili kenyota significa “ippopotamo”) pesa 69 tonnellate: pochissimo per uno yacht della sua stazza. Il committente voleva infatti un mezzo affidabile per le navigazioni con la sua numerosa famiglia e allo stesso tempo il più performante possibile, perché i suoi piani futuri prevedono numerose partecipazioni alle regate in giro per mondo. Una bella sfida per Bruce Farr: “Ogni scelta progettuale è mirata alla riduzione del peso”, racconta il progettista. “Lo scafo, il ponte e la struttura interna sono costruiti interamente in carbonio composito, con attrezzatura in titanio”. La chiglia è stata pensata fissa, profonda ben 4,5 metri, ma più leggera rispetto a una sollevabile o telescopica. Con questa soluzione è aumentata la superficie velica a disposizione e si è liberato spazio nel salone sottocoperta, altrimenti ingombrato dai macchinari di movimentazione della chiglia stessa. Nauta è riuscita nell’impresa di disegnare una coperta su un unico livello, mantenendo il bordo libero basso sull’acqua. Le linee dello scafo risultano così pulite e filanti, rendendo la barca un piacere per gli occhi in navigazione: grazie all’utilizzo di sistemi manovra automatici, è possibile condurre Kiboko III in equipaggio ridotto, se non quasi da soli. Facilmente raggiunge i 15 nodi di velocità, merito di un piano velico ben studiato. La doppia timoneria, oltre ad aumentare lo spazio vivibile in pozzetto, fa sì che a poppa si trovi un garage-magazzino dove è possibile alloggiare un tender di 4,3 metri. Sottocoperta, il salone principale è un trionfo di luce grazie ai numerosi oblò e alle finestrature: molto interessante e di design la chiusura della tuga, scorrevole in vetro. Un ampio studio convertibile con TV separa perfettamente il salone principale dall’area privata dell’owner. L’armatoriale è a prua e tre comode cabine ospiti con bagno privato sono state realizzate a metà barca per offrire privacy e comfort. La sala macchine è “nascosta” sotto al salone, ma è perfettamente accessibile dalla zona equipaggio, situata a poppa. I mobili comunicano un’atmosfera domestica: sono in rovere, abbinati a un rivestimento azzurro e bianco, tipico dello stile di Maiorca. “Show, do not hide” (mostrare, non nascondere) è stato il motto che ha guidato il design degli interni, dove, spiega Massimo Gino di Nauta, “gli arredi hanno permesso di mostrare la vera forma dello yacht e di mettere in evidenza alcuni elementi della sua costruzione. Abbiamo alleggerito e semplificato i mobili interni, lasciando esposte le fiancate dello scafo e le paratie”.