19 Marzo 2014
Autobiografia grafica di Italo Lupi assomiglia a una grande casa della memoria, incantata e vivace. Il lettore è invitato a entrare e a muoversi liberamente, girovagando fra i progetti, per guardarli da vicino e lasciarsi sorprendere dai dettagli di una produzione visiva sterminata. Il libro, curato da Lupi stesso, è un inno alla gioia del progettare. Lo sguardo è ludico, brillante e sovversivo. I lavori sono presentati in ordine sparso e sfuggono la cronologia per seguire i fili del pensiero. Le uniche coordinate certe sono l’inizio (i poster realizzati durante gli anni del liceo) e la fine (una concisa nota biografica). Per il resto, il volume è l’inventario di una vita spesa a raccontare per immagini le sfide più disparate: dalle collaborazioni storiche con Rinascente o IBM, agli interventi per organizzare visivamente Torino in occasione delle Olimpiadi invernali, alla art direction di Domus e alla direzione di Abitare. In questo lungo excursus esistenziale, i ricordi si stratificano dando vita a una lezione sullo sguardo e la sua leggerezza. Dote rara, che lo apparenta in un lampo a maestri e compagni d’avventura come Calvino e Munari. Pubblicato da Corraini.