18 Febbraio 2014
Esiste un crinale sottile che separa cronaca e storia, attualità immediata e riflessione mediata. Di solito, è una linea di confine sulla quale in pochi si avventurano, perché ci vuole molto coraggio: è un territorio pieno di insidie, dove partigianerie e approssimazioni sono sempre in agguato. In Dopo gli Anni Zero, Chiara Alessi è in grado non solo di cavalcare quest’onda impetuosa, ma anche di guidarci con chiarezza nello spazio mutevole del design italiano contemporaneo. La sua voce ha l’autorevolezza di chi l’argomento lo conosce bene, dall’interno, e riesce nell’impresa quasi impossibile di scattare l’istantanea precisa di un materiale in movimento. Candidato a divenire documento del nostro tempo, il volume traccia un panorama complesso degli ultimi quindici anni di vita di designer, imprese, mercato e formazione. Il ritratto del designer del Duemila che ne esce mette in luce la molteplicità di questa figura, troppo spesso finora relegata in un gruppo generico e appiattito che non sembra affatto corrispondere al vero. Scoprendo che i principali detrattori del talento dei giovani designer italiani spesso li abbiamo in casa. Pubblicato da Laterza.
Paolo Ulian, Una seconda vita, centrotavola in ceramica definito da una serie di microciotole tratteggiate, che in caso di rottura dell’oggetto acquisirebbero un nuovo uso, Attese Edizioni, 2006. Giulio Iacchetti, Senza titolo, il mattone forato readymade è una delle venti interpretazioni di croci della mostra Cruciale, 2011. Francesco Faccin, Carry On, carriola/vaso da esterno ispirata agli antichi strumenti di lavoro analogici, Officinanove, 2013.
Matteo Ragni, Blocco di partenza, modello per la collezione di macchinine 100% ToBeUS realizzate a partire da un blocco di legno di cedro del Libano, 2012. Lorenzo Damiani, Udine, sedia in legno in cui la seduta è fatta dagli scarti di truciolare utilizzato per la sua realizzazione, Promosedia, 2003. Gabriele Pezzini, Moving Stool, sgabello con manico per facilitarne il riposizionamento, Maxdesign, 2004.
Francisco Gomez Paz, Synapse, lampada basata su un modulo di forma trilobata che racchiude un circuito stampato e LED RGB a colore variabile, Luceplan, 2012. Marco Dessì, Grip, serie di bicchieri intagliati con una lamella che suggerisce un’estetica industriale e funzionalista, Lobmeyr, 2009. Odoardo Fioravanti, Dragonfly, sedia cantilever con struttura in acciaio e seduta in plastica rinforzata, Segis, 2013.
Luca Nichetto, Robo, sedia scomponibile in feltro riciclato e legno, ispirata all’antropizzazione dei robot e pensata per ridurre ingombri e impatto ambientale, Offecct, 2010. Marco Zito, Tua, lampada da tavolo realizzata da un piano metallico sagomato che diventa al tempo stesso sostegno e schermo della lampada, Foscarini, 2010. Paolo Lucidi e Luca Pevere, Boiacca, tavolo in cemento in cui la sottigliezza conferita dall’anima metallica combina elasticità, resistenza e leggerezza, Kristalia, 2011.
Valerio Sommella, Minù, lettiera per gatti, United Pets, 2013. Gamfratesi, Rewrite, scrittoio, Ligne Roset, 2011. Matteo Cibic, Hi-fido, riproduttore audio, 2010.
En&Is, Megaphone, riproduttore analogico per iPod, autoproduzione, 2011. Miriam Mirri, Max René, vaso, Plust, 2007. Fabio Novembre, Jolly Roger, poltrona, Gufram, 2013.
JoeVelluto, Pimp My Chair, set di componenti per modificare la ‘potenza’ di una sedia Ikea, Opos, 2006. Liviana Osti, Stai leggero, grattugia in lamiera di acciaio piegata, Paola C., 2011. Gumdesign, Calice da degustazione, bicchiere con base basculante per assecondare il gesto della degustazione, dalla serie Calici emozionali, ColleVilca, 2011.
Jacopo Zibardi, Caso, set di bicchieri ‘nazionali’ in cui la capacità è data dalla disponibilità d’acqua pro capite di riferimento per il paese impresso sul bicchiere, H2O Milano, 2010. Emanuele Magini, Tutti i santi giorni, calendario con giorni staccabili ed edibili, per la mostra Foodmade, Padiglione Italia, 2013. Denis Guidone, Ora (il)legale, orologio in cui il cambio d’ora si effettua cambiando l’appoggio della base, Nava, 2009.
Giorgio Biscaro, Offset Tool, sgabello realizzato con l’assemblaggio di dodici boomerang realizzati in multistrato piegato, autoproduzione, 2010. Simone Simonelli, Antipodi, specchi con cornice in legno e giunti realizzati in stereolitografia con stampante a prototipazione rapida, per la mostra Analogico e Digitale, Subalterno1, 2012. Matteo Zorzenoni, Crystal Ball, vaso scultura in marmo e vetro borosilicato, autoproduzione, poi Cappellini, 2013.
Elia Mangia, Paon, lampada orientabile in legno e acciaio, Ligne Roset, 2012. Diego Talarico, Wave Chair, poltrona in plastica con sagoma ondulata, Mercedes Benz, 2012. Zaven, Boccia, serie di caraffe in vetro soffiato, Atipico, 2011.
Gionata Gatto, Agricola, lampada realizzata con rifiuti agricoli locali, autoproduzione, Green Design Competition, 2012. Carmine Deganello, Trucidi, oggetti realizzati con scarti di lavorazione del legno e resina rigenerabile, 2012. Resign, Grucce, realizzate con schienali di vecchie sedie, autoproduzione, 2011.
Massimiliano Adami, Gommapiuma décor, imbottiti realizzati con scarti di poliuretano industriale e rifusi con poliuretano fresco, autoproduzione, 2013. Recession Design (Cristiano Mino), Secchio di luce, lampada autocostruita con materiale brico, per la mostra Not at home, 2010. Formafantasma, Botanica, collezione di oggetti in materiale di origine vegetale biodegradabile, Fondazione Plart, 2012.