16 Gennaio 2014
L’ispirazione per la lampada Caboche, progettata da Patricia Urquiola ed Eliana Gerotto nel 2005, viene da un braccialetto in bachelite degli anni Trenta. Riferimento appropriato, quello al mondo della gioielleria, presente anche nel nome, che è il termine tecnico per indicare uno dei tagli più noti per diamanti e pietre preziose. E per l’appunto a cabochon sono le semisfere che danno volume alla superficie di questo anello in polimetilmetacrilato, la cui sagoma a sua volta richiama sempre la forma a “zucca” (traduzione letterale del francese caboche). Ma il senso del prezioso è anche nella trasparenza del materiale che rinverdisce il cristallo dei lampadari antichi in una purezza che crea giochi di rifrazione della luce grazie alla conformazione a lente delle sfere. Le analogie potrebbero continuare anche verso il biomorfismo del riccio di mare. Il tutto segnato dall’equilibrio tra ragione e natura, e dalla vocazione al progetto di nuovi classici che la Urquiola ha ben appreso dai suoi maestri, Castiglioni e Magistretti. Produzione: Foscarini.