14 Febbraio 2013
Era il 1961 e Piero Manzoni, su invito dell’industriale tessile-mecenate-collezionista Aage Damgaard, spendeva il suo secondo e ultimo soggiorno nella pianura di Herning, nel cuore della Danimarca, e realizzava il celeberrimo Socle du monde, assieme a molti altri lavori. Da quel lascito, che costituisce la più importante collezione delle opere di Manzoni al mondo, è nato HEART – Herning Museum of Contemporary Art. Un museo, progettato nel 2009 da Steven Holl, che non riposa sugli allori e sforna belle mostre di artisti contemporanei. Quella in corso, intitolata This is a Landscape of Desire, è la personale di Jesper Just, talentuoso video-artista danese di stanza a New York che alla prossima Biennale di Venezia rappresenterà la sua nazione con un complesso padiglione che fonde video-installazioni e architettura. E per gli strani giri del destino, un’italiana torna a essere protagonista in quel di Herning. Si tratta della nostra Caroline Corbetta, curatrice della mostra e cervello in fuga estemporanea che proprio in uno dei suoi blitz professionali nordici scovò Just agli albori degli anni zero e, insieme a future star come Nathalie Djurberg e Ragnar Kjartansson, nel 2004 lo invitò a Momentum, la Biennale dei Paesi Nordici. Complimenti a Caroline, quindi, che dopo Performa e Moderna Museet continua ad accumulare esperienze internazionali di altissimo profilo, alternandole a progetti più sperimentali come il milanese Crepaccio (lei non ne ammette ufficialmente la ‘maternità’, il ‘papà’ sarebbe Maurizio Cattelan, ma ormai è un segreto di Pulcinella).
Photo: Iwan Baan
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